Incontri degli adoratori
“Preghiera”
Testimonianza:
Sentirla parlare, infatti, di cose alte e profonde dal punto di vista teologico, ma rese semplici e dirette nel modo di porgerle, affascina, e riempie la mente e i cuori di cibo solido ed efficace, di verità e di grazia. Perché le cose che dice non sono astratte parole, ma profonde dal punto di vista concettuale, e soprattutto calde, di una verità salvifica e coinvolgenti; vere nella sostanza teologica, e nuove, fresche nel modo di esprimere l’inesprimibile: l’eterno presente di Dio, l’altezza, l’ampiezza, la profondità della sua vita divina, che si riverbera nel mistero della Santa Chiesa.
Cesare Nosiglia,
Arcivescovo metropolita di Torino
Gesù rispose: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete. Vi ho detto però che voi mi avete visto e non credete. Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me; colui che viene a me, non lo respingerò, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato, che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio, che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; io lo risusciterò nell’ultimo giorno».
Gv. 6, 35.
«Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno»
«Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno. Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma. Perché, dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore».
Lc 12, 32-34
«In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elìa, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme.
(Lc 9, 28b-36)
«Ora, mentre essi mangiavano, Gesù prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo: «Prendete e mangiate; questo è il mio corpo». Poi prese il calice e, dopo aver reso grazie, lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell’alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati. Io vi dico che da ora non berrò più di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi nel regno del Padre mio».
Mt. 26,26-29
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